VI Conferenza Nazionale del Volontariato

Si è conclusa all'Aquila la tre giorni del Volontariato che ha visto la partecipazione di circa 800 delegati del mondo del Volontariato. 
Delle giornate dedicate al confronto ed al dibattito, ma con l'obiettivo comune di far riconoscere il Volontariato come "attore in grado di moltiplicare risorse relazionali ed economiche, e quindi di incidere non solo sull'attuazione delle politiche ma anche sulla loro determinazione". 
Questo è infatti parte del testo che la VI Conferenza Nazionale del Volontariato rivolge alle componenti sociali, istituzionali, politiche, produttive ed economiche.
I Volontari si sono riuniti in otto gruppi di lavoro tematici ed hanno operato le loro discussioni dislocati in altrettante zone simbolo della città, dando vita ad un animato dibattito ma ribadendo tutto il loro impegno nella cura del bene comune e nella difesa dei diritti dei più deboli.
Numerose e giustificate sono le richieste che toccano tutti quei temi considerati prioritari, ma moltissimi sono gli impegni che i Volontari si assumono nei confronti del Paese.
I temi trattati vanno dall'inserimento di programmi specifici nella scuola, all'applicazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale; dall'approvazione di una legge contro la corruzione che preveda il riutilizzo nel sociale delle risorse liberate e dei beni confiscati alla semplificazione delle pratiche burocratiche e amministrative; dalla stabilizzazione del 5 per mille all'istituzione di un registro delle reti nazionali di volontariato, senza tralasciare l’importanza strategica di una comunicazione più articolata ed efficace soprattutto chiedendo a gran voce un maggiore interessamento dal parte della TV pubblica e la creazione di una rete ad hoc per il Volontariato.
Molto interessante è stato l'intervento finale da parte del sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra, che ha dichiarato: “Ho apprezzato il documento presentato oggi dalle principali reti del volontariato, in quanto esprime non solo richieste ma anche impegni, in mancanza dei quali l’azione del Governo non può essere risolutiva. Mentre il volontariato si interroga sul proprio ruolo è giusto che anche lo Stato si interroghi sul proprio, ossia sul fatto che in alcuni campi – in particolare quello delle politiche sociali – bisogna riprendere con forza in mano la responsabilità nei confronti dell’insieme dei cittadini: un ruolo che in questo momento non è sufficientemente presidiato. Perché parlare di politiche sociali nel nostro Paese significa mettere in piedi istituiti e relazioni con interventi che permettono alle persone di riappropriarsi del proprio progetto di vita, progetto che può comprendere il fatto di avere figli, accudire gli anziani, partecipare alla vita sociale, cose che al momento risultano molto difficili in mancanza di un supporto adeguato. Riguardo al 5 per mille, essenziale per la vita delle associazioni, è necessaria una prospettiva di lungo periodo. La sua stabilizzazione è già stata inserita nella proposta di legge delega fiscale presentata dal Governo in Parlamento. Per darle corpo sarà fondamentale che nei prossimi mesi il mondo del volontariato e del Terzo settore rifletta e formuli una proposta meditata e compiuta su come migliorare sia le modalità di attribuzione che di erogazione”.